Verso la grande e santa settimana

Siamo ormai alla vigilia della grande e santa settimana,
un tempo particolare: seguiamo Cristo, il Giusto,
nella sua Passione, nella sua morte e nella sua risurrezione.
Confesseremo la nostra fede, pure se dispersi in esilio,
nella profonda unione dello Spirito Santo.
Celebrare il memoriale della Pasqua del Signore
ci rende contemporanei alla Pasqua di Cristo.
Confessare questa nostra fede, se pure in ogni famiglia,
e credere che «Cristo è risorto dai morti» (cf. Mt 28,7),
significa gridare che «l’amore è più forte della morte» (cf. Ct 8,6).
Siamo in questo tempo a vivere una situazione particolare.
Lunghi giorni, come in esilio, senza luogo per radunarci
e già abbiamo sentito il bisogno di trovare nella nostra casa:

  1. un «angolo», piccolo spazio, in cui vivere
    tempi di ascolto della Parola di Dio.
    Semplice: un’icona, o un crocifisso, una luce,
    e il libro delle Sacre Scritture.
    Dovremo legare questo luogo al tempo:
    mattino, mezzogiorno, sera (quello scelto da noi).
    Quando ci fermiamo, non sostiamo solo in uno spazio,
    ma nel Suo tempo. Il tempo è come un ambiente:
    sì, un piccolo spazio diventa casa, come una cattedrale.
    Quando lì ci fermiamo, entriamo in un ambiente, in un clima:
    alla sua Presenza nella luce dello Spirito!
  2. Un luogo che richiama il silenzio, il silenzio del cuore
    e nel silenzio risuonerà la voce di uno/a
    a dare vita alla sua Parola. Nel silenzio la gioia
    di rispondere, nella ripetizione di una invocazione,
    di una lode, a nome di tutta la Chiesa.
    Esperienza particolare che ci donerà di riscoprire,
    e di crescere in una consapevolezza nuova davanti a Lui,
    figli e figlie Dio.
  3. Domenica scorsa mi sono ritrovato a risentire
    per tre volte il Salmo, e mi ha fatto riflettere:
    «Dopo aver cantato l’inno» (Mc 14,26).
    Cristo ha presieduto la sua ultima Cena cantando.
    L’esilio del canto nello Spirito
    è, in questo tempo, il vero esilio: ci manca.
    Non è facile inventare, forse impossibile,
    in questo tempo nuovi riti.
    Invece i piccoli gesti, minimi,
    anche solo l’uno accanto all’altra in casa,
    famiglia piccola Chiesa.
    E nel silenzio, se non possiamo cantare, come nei giorni di festa,
    il profondo del cuore possiede inedite capacità,
    e sa vivere, a partire dalla felice memoria,
    dove anche l’ascolto del canto diviene strada
    possibile, oggi, a fare vivere.

Il canto è molto più che contenuto e parole,
sempre la bellezza di Dio che viene
a ferirci nelle viscere profonde.
Il canto è l’anima del rito, il suono è gesto che vibra,
muove, rialza, conduce verso di Lui.
Una possibilità nella grande settimana.
Aggiungerò per questo sempre qualche file di canto:
e quante volte riascoltarli durante il giorno!

(Guido Pasini)