Secondo comunicato diocesano “fase 3”

Restando in vigore le disposizioni diocesane relative “al tempo della fase due”, contenute
nei Comunicati diocesani del 17 aprile e del 3 giugno 2020;
qualora queste non siano state “aggiornate” dall’ultimo Comunicato, quello del 4 luglio
2020, il primo relativo alla “fase tre”;
recependo gli orientamenti e le precisazioni della Presidenza della CEI contenute nella
Lettera del 22 luglio 2020, che accompagna la Circolare del Ministero dell’Interno
(inoltrata dalla locale Prefettura in data 29 luglio) in risposta ai tre quesiti sottoposti al
Comitato Tecnico-Scientifico circa il limite delle 200 persone presenti alla celebrazione
all’interno della chiesa, circa la deroga del principio del distanziamento ai familiari
partecipanti alle celebrazioni, circa la presenza ed il servizio dei cantori (Allegati n. 1 e
n.2);
considerato il Decreto del Presidente della Regione Emilia-Romagna n. 151 del 24 luglio
2020 (Allegato n. 3);
tenendo sempre in doverosa considerazione il fatto che il Governo, con votazione
favorevole a maggioranza del Parlamento, ha deliberato di prolungare fino al 15 ottobre
2020 il regime di emergenza per la gestione e il contrasto della pandemia;
si fa presente quanto segue:

  1. Aggiornamenti circa le celebrazioni dell’Eucaristia con il popolo e degli altri
    Sacramenti
    a. Come si evince dagli Allegati n. 1 e n. 2, i tre quesiti posti dai Vescovi al
    Ministero si riferiscono in primis alle celebrazioni dell’Eucaristia con il
    popolo, nelle quali si può derogare dal principio del distanziamento nel caso
    dei familiari che, seguendo la prassi della vita quotidiana, possono parteciparvi
    rimanendo in uno stesso banco. Si resta invece ancora in attesa di risposta
    ministeriale circa le condizioni per un ritorno dei cantori e dei cori nelle
    celebrazioni, cantori che siano vicini gli uni agli altri…
    Quanto, infine, alla richiesta di poter superare il limite delle 200 persone nelle
    chiese in cui tale aumento non compromette comunque il rispetto delle norme di
    distanziamento sociale, si è rimandato al DPCM del 14 luglio 2020, fino a che non
    si siano espresse le Regioni, da cui dipende la rimodulazione del numero massimo
    di persone in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi,
    comprese le chiese. Ebbene, in merito, l’Ordinanza della Regione EmiliaRomagna stabilisce che “per le celebrazioni che si svolgono all’interno degli
    edifici religiosi, il numero di partecipanti è determinato dal numero di sedute
    utilizzabili al fine di garantire il distanziamento tra i partecipanti in
    considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, ma in ogni caso
    nel limite massimo di 350 persone” (art. 2). Questo, dopo aver ricordato che “il
    metro di distanziamento imposto da disposizioni e protocolli vigenti in EmiliaRomagna, per il contenimento del contagio da Covid-19 in tutti i contesti sia in
    spazi al chiuso che all’aperto e caratterizzati da posizioni fisse e prestabilite, è
    misurato come distanza che intercorre dalle rime buccali dei soggetti
    interessati” (art. 1).
    b. Premesso che “non ci sono impedimenti a celebrare con dignità e sobrietà i
    sacramenti, a partire da quelli dell’iniziazione cristiana. È bene aver cura che la
    loro celebrazione, pur in gruppi contenuti, avvenga sempre in un contesto
    comunitario” (Lettera CEI), si precisa che la nozione di “gruppo contenuto” è
    subordinata a quella di “contesto comunitario” ovvero che è questo che deve
    essere in ogni caso salvaguardato, anche quando la celebrazione avvenga
    all’interno e magari in uno spazio ristretto (invece che all’aria aperta). In quel
    caso il “gruppo contenuto” diventa la condizione senza la quale non è possibile
    perseguire il fine primario di un coinvolgimento della comunità (e non dei soli
    familiari dei candidati ai Sacramenti).
    Inoltre, nella celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima, oltre ad
    assicurare il rispetto delle indicazioni sanitarie, per le unzioni di rito si usi “un
    batuffolo di cotone o una salvietta” per ciascun battezzando/cresimando.
    c. Per quanto riguarda la celebrazione dell’Unzione degli Infermi, come per il
    Battesimo e la Cresima l’unzione va fatta usando “un batuffolo di cotone o una
    salvietta” per ciascun infermo.
    Per quanto riguarda la Visita e Comunione agli ammalati, è auspicabile
    avvenga secondo una precisa procedura: il Ministro inviterà ad arieggiare la
    camera prima e dopo la visita; prima e dopo aver comunicato il malato, il Ministro
    si laverà accuratamente le mani con acqua e sapone o con idoneo gel a base
    alcolica; si privilegi la comunione sulle mani; nella stanza ci siano meno persone
    possibile; possibilmente, durante la visita, il Ministro potrà indossare non la
    semplice mascherina chirurgica, ma una mascherina FFP2 o FFP3, ad oggi più
    facilmente reperibile.
    Nel periodo dell’emergenza Covid-19, per portare la Comunione ai malati
    impossibilitati a venire in chiesa, specie quelli cronici, i Parroci, valutandone
    l’opportunità, se la persona è idonea ed investita con una semplice preghiera e
    benedizione, possono affidare questo compito ad singulum actum anche ad un
    parente convivente con il malato.
  2. Aggiornamenti circa le indicazioni per il riavvio delle attività pastorali
    a. Attività catechistiche del nuovo anno pastorale
    Sono in fase di preparazione da parte dell’Ufficio Catechistico Nazionale le linee
    operative adeguate: nel rinnovare la “riconoscenza ai sacerdoti e ai catechisti per la
    generosa e creativa disponibilità con cui, anche in questi mesi difficili, hanno saputo
    mantenere i contatti con le persone, in particolare i ragazzi e le loro famiglie, ricorrendo
    ampiamente all’uso dei mezzi digitali” (Lettera CEI), anche l’Ufficio Catechistico
    Diocesano ha diffuso un questionario e promosso una ampia indagine in vista di
    “progettare, con le dovute precauzioni, un cammino comunitario che favorisca un
    maggior coinvolgimento dei genitori, dei giovani e degli adulti, e la partecipazione
    all’Eucaristia domenicale” (Lettera CEI).
    b. Sagre e feste parrocchiali nel tempo estivo
    Come noto, dal 19 giugno 2020 è possibile organizzare sagre e feste. Già nel Comunicato
    diocesano del 4 luglio 2020 si rimandava alle Linee guida regionali (Cf. “Linee di indirizzo
    per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative pubblicate dalla Conferenza
    delle Regioni e delle Province Autonome – allegate alla presente nota e reperibili sul sito
    www.regione.emilia-romagna.it (allegato 1 all’OPGR n° 59 del 13 giugno 2020, alla voce
    “Sagre e fiere”). Anche in considerazione dell’evoluzione in corso della pandemia non si
    può che raccomandarne una osservanza scrupolosa. Altro è la celebrazione religiosa del
    Patrono, che rientra in toto nelle normative delle Messe con il popolo.
  3. Aggiornamenti sui Centri Estivi e sui Campi
    Mentre diverse Nuove Parrocchie, Associazioni, ecc. stanno vivendo la “speranza” che
    sono, sempre ma in questa estate particolare ancor di più, i Gruppi ed i Campi Estivi, si
    ricorda a tutti di continuare a far riferimento al documento informativo elaborato dal
    Gruppo di Lavoro diocesano sull’estate, riportante gli Aggiornamenti sulle
    Procedure richiesti per i Centri Estivi/Gr.Est (30 giugno 2020). Tale Aggiornamento
    integra il Vademecum diocesano “Aperto per ferie” del 2 giugno scorso. Tutti i
    documenti e gli allegati sono scaricabili dal Padlet apposito
    https://it.padlet.com/pastoralegiovanilediparma/v4xr2odqj99z7lni oppure dal sito della
    Pastorale Giovanile diocesana.
  4. Aggiornamento circa le iniziative di carità
    Quanto al Fondo straordinario di Solidarietà, intitolato a “San Lorenzo”, costituito
    allo scopo di dare un segno concreto di vicinanza alle persone ed alle famiglie del
    territorio che si sono venute a trovare in grave difficoltà economica a seguito della
    pandemia, si allega di nuovo il Regolamento (cfr. Allegato n. 4). Presso Caritas
    Diocesana in Piazza Duomo, 3 è stato aperto uno sportello dedicato, il cui referente è
    presente tutti i giovedì dalle 10 alle 12 a partire da giovedì 25 giugno 2020 con sito:
    fondostraordinario@diocesi.parma.it e numero dedicati. Dal vescovo è stata costituita
    una apposita Commissione che, integrando le attività proposte da Caritas diocesana, ne
    ha avviata la gestione specifica.
  5. Aggiornamenti da parte della Curia Diocesana
    a. Distribuzione del Fondo straordinario CEI
    Considerando che quasi tutte le Parrocchie abbiano necessità di usufruire del contributo
    del Fondo straordinario CEI, sulla base degli indicatori individuati dal Tavolo di
    coordinamento, moderato dall’Economo diocesano, è stata disposta una prima
    assegnazione delle risorse disponibili. Si raccomanda ai Parroci di presentarne precisa
    richiesta scritta all’attenzione dell’Economo diocesano. Evidentemente la richiesta
    è pregiudiziale alla assegnazione. Nei prossimi mesi verrà rifatto un calcolo in base alle
    richieste effettivamente pervenute e verranno assegnate il resto delle risorse disponibili,
    anche queste dietro richiesta scritta.
    b. Regolamentazione della richiesta locali parrocchiali ad uso scolastico
    Si tratta di una ulteriore occasione per ricercare e promuovere non una semplice
    interlocuzione, ma una collaborazione autentica e fattiva con le Istituzioni civili, in
    questo caso scolastiche. Nell’ottica di una vera e propria alleanza educativa di tutte al
    servizio delle giovani generazioni. “La Diocesi naturalmente non può e non vuole
    ignorare tale richiesta, ma proprio per promuoverla è chiamata ad organizzarla e perciò
    a disciplinarla”. Il Protocollo indicato nel Comunicato del Moderatore della Curia del
    16.07.20 (Allegato n. 5) va realizzato ad validitatem, trattandosi in ogni caso di un atto
    di straordinaria amministrazione.
    Le presenti indicazioni resteranno valide fino a nuove disposizioni.
    Conclusione
    Il tempo che stiamo vivendo – scrive la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana
    – “con le sue difficoltà e le sue opportunità, ci chiede di non restringere gli orizzonti
    del nostro discernimento e del nostro impegno semplicemente ai protocolli o alle
    soluzioni pratiche”: “se davvero l’esperienza della pandemia non ci può lasciare come
    prima” tutto quanto stiamo vivendo e quanto ci attende sia personalmente che
    pastoralmente sono “eventi di grazia, nei quali confrontarci e aiutarci a individuare le
    forme dell’esperienza della fede e, quindi, le priorità sulle quali plasmare il
    volto delle nostra Chiesa per il prossimo futuro”.
    Preghiamo tutti e sempre perché il Signore liberi il mondo dalla pandemia e da ogni
    violenza.
    Parma, 31 luglio 2020
    Memoria di S. Ignazio di Loyola

Don Luigi Valentini
Vicario generale