Preghiera in famiglia: IV domenica di Pasqua

QUARTA DOMENICA DI PASQUA

Preghiera in famiglia

La famiglia si siede attorno alla tavola che può essere già apparecchiata per il pasto insieme oppure si riunisce nell’angolo della preghiera opportunamente preparato nella casa. Al centro della tavola si può porre una luce, il Vangelo e un pane.

Papà:          Ogni domenica, e in particolare in questo tempo di Pasqua, noi celebriamo la risurrezione del Signore Gesù. Sì, Dio Padre ha fatto tornare dai morti il pastore grande delle pecore, Gesù nostro Signore. Con lui, dietro a lui e attraverso di lui, anche noi riceviamo abbondanza di vita. Lasciandoci guidare da Gesù, possiamo attraversare anche i passaggi più bui: Gesù li ha attraversati prima di noi e li attraversa insieme a noi poiché, come ha promesso, Lui è sempre con noi. Ascoltiamo con fiducia la sua voce.

Mamma:    Siamo riuniti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.
Il Signore è il nostro Dio, e noi siamo il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.
Ascoltiamo oggi la sua voce.

Tutti:          Dio nostro Padre, da sempre in mille modi tu parli all’uomo,
al tuo popolo hai donato la legge, i profeti e i salmi
e negli ultimi tempi hai mandato a noi il tuo Figlio, Parola eterna presso di te,
perché facesse conoscere al mondo la tua volontà di vita per ogni uomo:
manda su di noi il tuo Santo Spirito
affinché ci dia un cuore capace di ascolto
e ci conduca a riconoscere dentro la tua Parola
il suono della tua Voce che ci chiama e ci guida per la vita.
Sii benedetto ora e nei secoli dei secoli. Amen.

Papà:                   Il pastore cammina davanti alle sue pecore
         esse lo seguono perché conoscono la sua voce.

Genitori:    Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.

Figli:           Rinfranca l’anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Genitori:    Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

Figli:           Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.

Genitori:    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.

Figli:           Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

Tutti:                   Il pastore cammina davanti alle sue pecore
         esse lo seguono perché conoscono la sua voce.

Mamma:    Dal vangelo secondo Giovanni (10,1-10)

                   In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Tutti:                    Il pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori.
Il pastore cammina davanti alle sue pecore
e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce
    
Un estraneo invece non lo seguiranno
perché non conoscono la voce degli estranei.

Mamma:    Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Tutti:                    Dice Gesù: io sono la porta delle pecore
se uno entra attraverso di me sarà salvato
entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Io sono venuto perché abbiano la vita
e l’abbiano in abbondanza.

(durante un momento di silenzio, se si desidera, si può leggere una delle brevi meditazioni seguenti)

•    La sera, i pastori conducono il gregge in un recinto per la notte. Un recinto comune serve generalmente a diversi greggi. Il mattino, ciascun pastore grida il suo richiamo e le pecore, le sue pecore che conoscono la sua voce, lo seguono. «Le pecore la voce di lui ascoltano… le pecore chiama per nome… non conoscono degli estranei la voce». È interessante il vocabolario di Giovanni: per tre volte utilizza il termine voce (fonè in lingua greca): ascoltare la voce, conoscere la voce. Il pastore, inoltre, dà voce per nome: la sua voce (la sua fonè, il suono, il timbro della sua voce) equivale al sentirsi chiamare per nome da parte delle pecore. Il pastore non pronuncia dei nomi, ma “quel” suono è come un nome proprio per ogni sua pecora; ogni sua pecora lo sente rivolto a sé.

Il greco fonè traduce l’ebraico qol: indica il suono della voce; serve per indicare il pianto, il lamento, il giubilo… Indica la voce con cui l’uomo si rende percepibile. Qol, dunque, è il principio di individuazione: Dio si rivela come qol, dal Sinai in poi… Secondo l’evangelista Marco, Gesù muore sul Golgota «con un alto fonè» (Mc 15,37). Quel grido-fonè mette fine alle tenebre ed è posto in riferimento al riconoscimento, da parte del centurione, che Gesù è Figlio di Dio. Nell’evangelo secondo Matteo, Dio autentica la missione di suo Figlio così: «venne una voce-fonè dal cielo» (Mt 3,17). Dio è una voce (suono, tuono, grido, pianto… siamo sempre nell’acustica) che l’uomo deve imparare ad ascoltare.

Nel Cantico dei Cantici leggiamo: «Una voce-fonè-qol, il mio diletto…» (Ct 2,8). Come ha fatto a distinguere la voce dell’innamorato nel buio della notte? Lei è a letto, il diletto sta saltando per i monti… Sono intuizioni di innamorati, non sono di tutti… E ancora, nel libro dell’Apocalisse (Ap 3,20): «Sto alla porta e busso. Se uno, udendo la mia voce-fonè, mi apre, io entrerò da lui, cenerò con lui ed egli con me». Solo gli innamorati, dunque, possono udire quella voce. E alla Maddalena quella voce si fa sentire al di là di ogni attesa e di ogni apparenza: «Maria!». Quella voce che la chiama per nome le è familiare; è la voce dello sposo-pastore che ha dato la vita anche per lei: «Mio sposo!» – così risponde ora a quella voce.

Veramente la rivelazione del Dio biblico né agli occhi, né al tatto è affidata! È questione di… acustica: Gesù-pastore resterà per i secoli la voce-fonè di Dio!

 (don Nando Bonati)

•   Il buon pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome. Io sono un chiamato, con il mio nome unico pronunciato da lui come nessun altro sa fare, con il mio nome al sicuro nella sua bocca, tutta la mia persona al sicuro con lui. E le conduce fuori. Il nostro non è un Dio dei recinti chiusi ma degli spazi aperti, di liberi pascoli.  E cammina davanti ad esse. Non un pastore di retroguardie, ma una guida che apre cammini e inventa strade, è davanti e non alle spalle. Non pastore che rimprovera e ammonisce per farsi seguire, ma uno che precede e seduce con il suo andare, che affascina con il suo esempio: pastore di futuro.  E troveranno pascolo: Gesù promette a chi va con lui un di più di vita, un centuplo di fratelli e case e campi. Promette di far fiorire la vita.  Io sono la porta. Cristo è soglia spalancata che immette nella terra dell’amore leale, più forte della morte (chi entra attraverso di me si troverà in salvo); più forte di tutte le prigioni (potrà entrare e uscire).  Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Per me, una delle frasi più solari del Vangelo; è la frase della mia fede, quella che mi rigenera ogni volta che l’ascolto: sono venuto perché abbiate la vita piena, abbondante, gioiosa. Non solo la vita necessaria, non solo quel minimo senza il quale la vita non è vita, ma la vita esuberante, magnifica, eccessiva; vita che rompe gli argini e tracima e feconda, uno scialo di vita, che profuma di amore, di libertà e di coraggio.

(p. Ermes Ronchi)

Papà: Ringraziamo il Signore che ci ha parlato e rispondiamo a Lui con la preghiera.

(in base alle persone presenti, si valuterà se leggere insieme o individualmente la preghiera di contemplazione oppure pregare con il testo di seguito indicato)

• contemplazione

Benedetto sei Tu Signore, Buon Pastore: grazie perché Tu conosci i nostri nomi.

Benedetto sei Tu Signore, Buon Pastore: grazie  per il dono del tuo Spirito Santo.

Benedetto sei Tu Signore, Buon Pastore: grazie perché Tu sei la Porta aperta al Padre.

Noi cosa facciamo per incontrarti e seguirti? Non è sempre facile, anche Tu lo sai!

Tu ci inviti a fare come hai fatto Tu negli anni che hai vissuto tra noi: convertirci!!!

Anche Tu, mio Signore e Maestro, hai fatto un lungo cammino di conversione,

concluso sulla croce quando Ti sei messo completamente nelle mani del Padre.

In quest’ora di incertezza e di lutti in cui ci è più difficile aprirci alla speranza

vogliamo lasciar risuonare in noi la Parola che annuncia ancora la tua promessa::

Il Buon Pastore cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce

Spirito Santo, continua a respirare  nella nostra mente e specialmente nel nostro cuore

perché sappiamo farci attenti uditori della Voce che chiama ognuno di noi per nome

e che rinnova in noi la memoria del Nazzareno, mite Agnello della Pasqua diventato nostro Buon Pastore.

• preghiere

Papà:          Signore, noi ti ringraziamo perché ancora oggi ci parli attraverso le Scritture.
Come i discepoli di Emmaus, anche noi ti invochiamo:
 Risuoni oggi la tua Voce, Signore!

Figli:           Sei tu, Gesù, la voce che ci chiama alla vita:
donaci un cuore capace di ascolto.

                   Sei tu, Cristo, il pastore buono del gregge:
vieni a cercare ogni pecora smarrita.

                   Sei tu, Maestro, la porta delle pecore:
ispira i pastori della Chiesa per il bene del tuo gregge.

                   Sei tu, Signore, il medico delle nostre vite:
dona vita e guarigione a tutti coloro soffrono nel corpo e nello spirito.

                   Sei tu il Vivente, la Vita vera, piena e abbondante:
accogli tra le tue braccia tutti quelli che muoiono.

Mamma:    Affidiamo al Signore le persone che portiamo nel cuore, (in particolare…) e preghiamo ora insieme la preghiera che Gesù ci ha insegnato: Padre nostro…

• Se la preghiera viene fatta prima del pasto, ora si può iniziare a prendere insieme il pasto

Papà:     Ti ringraziamo, Signore, perché sei il pastore buono che ci viene a cercare, sei la porta che ci introduce ai pascoli della vita. Ancora oggi ci parli attraverso tutti i tuoi doni: la tua Parola, il pane, i fratelli. Noi ti ringraziamo per il cibo che è sulla nostra tavola: è segno del tuo amore e della cura di chi lo ha preparato per noi. Insegnaci ad essere attenti verso coloro che sono nella povertà e nella difficoltà e vivremo come tuoi figli. Sii benedetto ora e sempre.

Tutti:      Amen!

(in un momento opportuno del pasto, si completa la preghiera condividendo il pane. Un genitore, mentre dice le parole che seguono, spezza il pane e lo distribuisce ai commensali.)

Papà:     Fate attenzione: ora vogliamo dire una cosa importante. Con questo cibo, con questo pane condiviso, diciamo che in questa settimana abbiamo lavorato e faticato per tutti noi, per la nostra famiglia. Diciamo che ci vogliamo bene e che faremmo qualunque cosa gli uni per gli altri: questo ce lo ha insegnato Gesù. In questa domenica non abbiamo potuto spezzare e mangiare il pane in memoria di Lui. La condivisione di questo pasto ci ricordi quanto è importante per noi riunirci in assemblea e celebrare il memoriale di ciò che Gesù ha fatto per noi.

• Se la preghiera viene fatta in un momento diverso dal pasto, si conclude come segue

Papà:          Dio nostro Padre,
guidaci alla gioia del tuo regno,
affinché il gregge dei tuoi discepoli,
pur nella sua fragilità e debolezza, giunga accanto a te
dove lo ha preceduto il pastore dei pastori,
Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

Tutti:          Amen!

Mamma:    Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore,
ci renda perfetti in ogni bene, perché possiamo compiere la sua volontà,
operando in noi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo,
al quale sia gloria nei secoli dei secoli.

Tutti:          Amen!